Un programmatore nel corpo di un fumettaro.

lunedì 2 novembre 2009

Conflitti interiori

Ci sono quelle volte in cui ti fermi e pensi: che ci succederà in futuro?
Volgi lo sguardo al passato e ricordi tutti i sacrifici che hai fatto per arrivare dove sei ora, quello stesso presente in cui si trovano altri amici, conoscenti e sconosciuti che non hanno avuto la stessa tua fortuna. Gente che aveva messo tanta passione e voglia in ciò che amava tanto da riuscire a tramutarla in professione, ma non è bastato. I loro sacrifici sono stati vani. Nel migliore dei casi sono stati ingeriti e digeriti da realtà molto più forti e potenti di loro, nel peggiore sono a casa con i genitori.
Parlo di coloro che amando e conoscendo la musica avevano investito sul negozietto pieno di speranze, di CD import, rarità, vinili da collezione, ecc. Piccole oasi che avevano la loro community di appasionati megalomani e un pò schizzati, posti di ritrovo, posti di scambi di vedute e culturali. Nel giro di pochi anni sono scomparsi divorati dalle leggi del mass-market, i più fortunati sono in un ipermercato a riordinare gli scaffali. Community orfana e senza casa.
E che dire del mercato dei DVD? O dei videogames? Difficile trovare differenze.
La risacca di queste riflessioni ti solleva dalla sabbia e ti porta in un mare ingrossato da una tempesta di contraddizioni. Il numero di fumetti venduti ti sembra sempre troppo poco, odii il pressapochismo di certi editori e il dilettantismo degli altri, vorresti una distribuzione seria, informatizzata e al passo con i tempi. Brami rispetto per la tua professione, sia dall'alto che dal basso; dall'editore al cliente, passando per il parente idiota al quale devi spiegare tre volte di cosa ti occupi. Ma un'onda di paura ti sommerge, il timore che un giorno si esca dalla nicchia perché i fumetti piaceranno a tutti, quei tutti che appiattiranno il tuo mondo livellandolo a tal punto da diventare indistinti e, finalmente, far spazio ad un altro scaffale da mettere nella GDO (Grande Distribuzione Organizzata).
Al calare delle onde i problemi che comprimono la nicchia ti sembrano vantaggi e vorresti ancora voler vendere più fumetti, ma non troppi, perché anche nei sogni devi saperti dare una regolata.

sabato 31 ottobre 2009

Corso di Linux al femminile Lezione 1.





Perché un corso di Linux al femminile?
Perché le donne sono meno "ciucci e presuntuosi", più pragmatiche, sono mediamente più intelligenti degli uomini e non giocano ai videogiochi che richiedono schede grafiche da 500 euro.
Se leggete il blog lo state facendo da un pc probabilmente un notebook o il fratellino piccolo netbook e state usando IExplorer quindi imposterò le lezioni in base alle vostre conoscenze di Windows.
Prima di immergerci in Linux meglio fare una rapida panoramica di cosa è un computer,leggetelo potrebbe riservare sorprese.

Da Wikipedia:
"Un computer, dal latino computare (calcolare) attraverso l'inglese, to compute (calcolare), anche detto calcolatore, elaboratore, oppure ordinatore, è un dispositivo fisico che implementa il funzionamento di una macchina di Turing."
Ma che cosa è una macchina di Turing? Lasciamo perdere che ci impelaghiamo, diciamo per semplicità che un computer è un dispositivo che acquisisce dati e propina risultati .

Un computer è composto da alcuni componenti base:
La CPU (Central Processing Unit) che è quella che calcola ed elabora, avrete sentito e letto parole come Intel, AMD, Centrino, core duo ecc.

La RAM (Random Access Memory) che è la memoria veloce che usa la CPU per elaborare ma che si perde se si spegne il PC, avrete sentito e letto di 1 Giga di RAM, 2 , 4 Giga di RAM.

I componenti per la gestione di dispositivi di I/O Input/Output.


Dispositivi di inserimento di dati e comandi (input), sono tantissimi e aumentano sempre più, i più conosciuti sono tastiere, mouse, touchpad dei notebook, da un pò di tempo abbiamo anche touchscreen, webcam, telecomandi, joypad, tavolette grafiche, scanner, lettori barcode, ecc.



Dispositivi di presentazione di dati e risultati (output), anche qui siamo in buona compagnia, quello di eccellenza è la scheda video che possiamo collegare al monitor o alla tv, i notebook hanno già il collegamento allo schermo incorporato. Altri dispositivi di output familiari sono le stampanti.


Ci sono poi dei dispositivi che fanno da input/output (I/O): la scheda audio a cui applicare un microfono (input) e delle casse (output), il bluotooth che permette di collegare qualunque dispositivo di I/O compatibile senza filo. Un masterizzatore di CD/DVD è un dispositivo di I/O così come tutte le memorie permanenti. Le schede di rete sono dispositivi di I/O.


La memoria permanente è quella che non si perde se si spegne il computer, un tempo erano solo gli hard disk,i floppy o i cd/DVD, oggi ci sono anche le cosidette pennine USB, le schedine SD che troviamo nelle macchinette fotografiche digitali e nei cellulari e per ultime ci sono le memorie flash integrate nel dispositivo come la memoria che trovate nel telefonino, nei lettori Mp3, nelle nuove cornici digitali. In queste memorie voi conservate i vostri MP3 i video le foto ecc.

Il computer funziona nel seguente modo:
La CPU carica dalla memoria permanente il programma che voi gli avete detto di eseguire e lo mette nella memoria più veloce che è la RAM, quando non lo usate più la CPU svuota la RAM e aspetta che gli diciate di fare altro.
Se spegnete il pc mentre state usando il programma tutti i dati si perdono perché erano nella RAM che non conserva nulla a computer spento.
Questo è tutto ciò che costituisce un computer.
I computer si dividono in single purpose, servono per eseguire un solo compito, e multi purpose cioè eseguono vari compiti.
Per esempio prendete una cornice digitale. Questa è un computer a tutti gli effetti:
Ha una CPU che visualizza la foto, fa le sequenze, le transizioni da una foto all'altra ecc.
Ha una memoria RAM che la CPU utilizza per elaborare quanto detto prima.
Ha una memoria permanente che serve a conservare le foto e il programma per vederle.
Non ha la tastiera, non ha il mouse non ha il monitor, essa stessa è un piccolo monitor con dei tastini per impostare le foto da vedere.
Altro esempio:
Un lettore di DVD/DiVX è un computer single purpose:
Stessa cosa della cornice elettronica, solo che lo comandate con il telecomando;
il monitor è la vostra TV;
ha una memoria interna con il programma per vedere DVD, DIVX e le foto;
ha un lettore di DVD.

Chiarito cosa è un computer passiamo a Linux o meglio GNU/Linux, sia mai che Stallman si incazzi, ma noi lo chiameremo Linux e basta.
Che cosa è Linux?
E' un sistema operativo, S.O., un programma che vi permette di poter interagire con il computer. Linux deriva da Unix che è considerato il papà, o il nonno? di tutti i sistemi operativi moderni tranne Windows.
In principio un S.O. gestiva solo poche cosette, caricava delle schede perforate e dava dei risultati su dei nastri. Chi non ricorda il grande Kenzo Kabuto in Mazinga quando consultava il nastro tra le mani mentre erano in arrivo i robot alieni? Ops questa è una lezione per donne, probabile che nessuna di voi abbia visto Mazinga. Goldrake? Con quel bono di Actarus? Anche lì si vedeva il professore con il nastro e le bobine che giravano alle sue spalle.
Vabbè sorvoliamo sui cartoni, un S.O. deve gestire essenzialmente le parti del computer descritte in precedenza: la CPU, la memoria RAM, le memorie permanenti, i componenti per la gestione di dispositivi di I/O . Si richiede che gestisca anche la possibilità che il computer dialoghi con altri computer, le cosiddette schede di rete, molte di Voi avranno dei notebook che si connettono ad internet senza cavi il dispositivo che ve lo permette si chiama scheda di rete wifi. Questo è quanto deve fare un S.O. niente di più. Voi ora vi starete chiedendo: e tutto il resto? Tutto il resto non è compito di un sistema operativo. Un S.O. non gestisce lo scanner, ma solo la porta dove attacchi lo scanner, idem per la webcam, la stampante, il bluetooth ecc. questi dispositivi sono gestiti da altri programmi che usano il S.O. per dialogare con le porte alle quali sono attaccati.
Quando usate Windows sembra che tutto faccia parte del S.O. ma in realtà non è così, esistono dei programmi intermedi detti driver che si interfacciano con il S.O. Chi produce un dispositivo crea il driver per farlo funzionare sotto Windows. Il driver non lo fa Microsoft ma spesso "invita" i produttori affinché il prodotto funzioni solo con Windows, il disastroso ciclo delle stampanti Canon che incorporavano il Windows Printing System è un esempio eclatante.
La vera tragedia è che questi programmini funzionano solo su Windows e i produttori dei dispositivi si sono sempre interessati a fornire supporto solo per questo sistema. Il mondo è iniziato a cambiare con la diffusione dei computer Apple che pochi anni fa hanno adottato come base del loro sistema un altro figlio di UNIX: il BSD. Con la diffusione di computer Apple nelle case, uffici e università i produttori hardware si sono adeguati iniziando un timido supporto ad altro che non fosse Windows pena la non vendibilità dei prodotti ai possessori di Apple.
Purtroppo paghiamo lo scotto di olte 15 anni di sviluppo bloccato perché microsoft usa metodi proprietari che non condivide, mentre i figli di unix condividono e si migliorano tra loro permettendo lo sviluppo di una base comune su cui un produttore può fare affidamento. A voi fregherà ben poco ma occorre capire che il limite maggiore che incontra Linux nella sua diffusione è il totale disinteresse dei produttori nel realizzare un programma che consenta la comunicazione del loro dispositivo con Linux, infatti questi programmi vengono creati dagli stessi programmatori di Linux e spesso senza neanche l'aiuto del produttore. Ci troviamo di fronte al classico cane che si morde la coda:il produttore non fa i driver perché Linux è poco diffuso e Linux non si diffonde perché non ha i driver. Grazie a Dio questo ormai sta cambiando e Linux gestisce una grossa parte di dispositivi, anzi è notizia recente che Intel ha sviluppato il driver per le prossime porte USB 3.0 in anteprima per Linux.  Ormai è sempre più raro trovare un dispositivo non funzionante, ma ciò non toglie che è meglio informarsi prima di acquistare qualcosa che vorreste funzionasse con Linux, questo non significa chiedere al commesso del negozio che nel 99% dei casi è un totale incompetente ma va fatta una piccola ricerca su Google, 10 minuti e vi siete tolte il dubbio, se dura più di 10 minuti lasciate perdere e cambiate prodotto.

Perché dovrei usare Linux?
Perché Linux è libertà. Siamo in Italia e questa parola ha perso di significato, ma lasciate che vi spieghi.
Linux è spesso sinonimo di "Open Source" che significa "Sorgente Aperto", in pratica i comandi che diamo alla CPU per elaborare le informazioni possono conoscerli tutti.
Windows invece è un sistema chiuso e, come detto prima a proposito dei drivers, non si conoscono questi comandi. Nel caso di Linux tutto è migliorabile perché alla luce del sole, nel caso di Windows possiamo solo fidarci.
Conoscendo i comandi posso crearne di miei che reputo migliori, gli altri vedono i miei comandi confermano che sono migliori e li adottano pure loro così il S.O. elimina il mediocre per far posto al migliore. Questa evoluzione è implacabile come la natura, se non funzioni sei fuori. Ma dove sta il bello della libertà? Semplice, se a me piace A uso A se mi piace B uso B. Con Windows se non ti piace ti attacchi al tram o aspetti che prima o poi ti piaccia per forza. Con Linux hai almeno 3 gestori di stampa e 5 o 6 interfacce grafiche tanto per fare degli esempi banali, gira su un sacco di CPU diverse tra loro il che spiega perché ve lo trovate dappertutto anche se non lo sapete.

Linux è ovunque ma nessuno lo sa.
Voi tendete a scambiare un S.O. per la sua interfaccia grafica, "guarda quello è windows" perché ha le finestre blu e i tasti grigi e sotto ha la barretta per aprire i programmi. Se vedeste Linux non sapreste riconoscerlo, come detto prima ha tante interfacce, ma spesso non cell'ha affatto!
Cosa pensate ci sia nel router wifi che vi fa andare su Internet senza i fili? Linux! Ma lo impostate tramite il browser (internet explorer nel Vostro caso).
Nella cornice elettronica dove mettete le vostre foto? Linux! Ma ha una grafica particolare che troverete solo lì.
Nel navigatore satellitare tom tom go?  Garmin?
Nei TV LCD Sony? Samsung? Philips?
Nel lettore di filmati ad Alta Definizione (HDTV)?
Negli attuali smartphone Nokia e Motorola?
E vi ho elencato solo una parte di prodotti "consumer" cioè quelli che potreste avere anche voi a casa, perché in ambiti professionali e di ricerca ci sono i server, i supercomputer, gli apparecchi elettromedicali, i mission critical, ecc. Pensate davvero che una banca conservi i suoi dati su un server Windows? Che un paziente sia mantenuto in vita da un apparecchio con sopra una cosa Microsoft? Oddio alla stupidità umana non c'è mai stato limite, se così fosse cambierei ospedale!
Ma allora se lo usiamo tutti i giorni su altri dispositivi, perché non farlo anche sul nostro Pc fisso o portatile che sia?

Per oggi è tutto, nella prossima lezione si parlerà di multitasking e multiutenza, file, directory filesystem.

lunedì 26 ottobre 2009

Lucca Comics specchio del mercato


Avevo un blog e non me ne ricordavo!
Sarà la moda del momento o un momento di "scazzo" che mi spinge a scrivere due righe su questo blog.
Vorrei parlare di Lucca Comics & Games, non della edizione in programma a fine Ottobre 2009, ma della manifestazione in quanto tale. Chiunque abbia la passione dei fumetti conosce la fiera di Lucca, la più grande fiera del settore in Italia, l'anno scorso dicono abbia fatto oltre 100mila visitatori, un successo strepitoso che tutti invidiano e che molti cercano di raggiungere clonandola pari pari nel luogo prescelto, che sia Mantova, Napoli, Roma, Treviso o Tricase ha poca importanza, son tutte uguali tranne che nel numero di avventori che vanno dai 100mila di Lucca ai 100 di Tricase.
Ma come si presenta Lucca Comics agli occhi di un operatore del settore? Nello stesso modo in cui si presenta l'intero mercato editoriale fumettistico italiano: dilettantesco.
Lucca Comics e cloni sono solo dei grandi mercati per appassionati, tutti coloro che non hanno la fumetteria in città "devono" andarci per recuperare arretrati, chi ha la fumetteria sotto casa ci va per lo stesso motivo e per prendere in anteprima e con lo sconto tutto il resto.
Io che i fumetti li vendo devo andare a Lucca? A meno di diletto personale, no.

Professionalmente parlando Lucca Comics è pari a zero. Non esiste una giornata, ma neanche una mattinata, riservata agli operatori del settore. Non esistono conferenze o tavole rotonde tra editori distributori e librai, non esistono presentazioni ufficiali di piani editoriali a lungo raggio (Panini si autoincensa e rivela il minimo indispensabile per far ingolosire  gli appassionati niente a che vedere con ciò che richiediamo noi librai), insomma per un professionista come me non è previsto nulla di interessante, anzi, come anticipato poc'anzi, sono previste una serie di pratiche dilettantistiche che altro non sono che lo specchio di un mercato in mano a pochi operatori privi di risorse, mezzi e sensibilità manageriale.
Se paragonassimo questa kermesse a quella di altri mercati tipo i videogiochi , i computer o i libri, allora noteremmo la differenza, Nintendo presenterebbe il suo nuovo videogioco ma non lo venderebbe mai al suo stand, Mondadori non va al Salone del libro di Torino a svendere l'ultimo best seller. All'E3, allo SMAU, al Salone del Libro di Torino esistono giornate "chiuse al pubblico" e ad ingresso gratuito per gli operatori del settore accreditati.
Recarsi a Lucca con l'intento di migliorare il proprio lavoro attraverso il confronto con gli editori e i distributori è semplicemente utopistico, passi la giornata ad aspettare che il grande capo di turno abbia un minuto per te tra gli innumerevoli appuntamenti fissati con altri editori, distributori, autori, o che non sia occupato allo stand a svendere arretrati o primizie.
Lucca Comics è questo, è la fiera dove l'editore fatto in casa presenta l'intera produzione dell'anno vendendone 200 copie e trova strano che il resto delle fumetterie d'Italia tutte insieme farà altrettanto nei 12 mesi restanti; dove se hai un costume da Dylan Dog!? entri gratis in 10 minuti, mentre se amministri due fumetterie stai in fila 3 ore e paghi il biglietto; il posto incantato dove si comprano quelle cose che in fumetteria non si acquisterebbero mai e , dulcis in fundo, l'unico posto dove puoi dire all'editore, senza rischio di smentite "ma questi la mia fumetteria non li ha", ovviamente senza averli mai cercati.
Insomma Lucca Comics racchiude tutte le storture di questo mercato e ovviamente quella che più ci fa arrabbiare: agli occhi dell'editore e spesso anche del distributore, la fumetteria e il suo cliente uguali sono, vanno trattati alla stessa stregua anzi, meglio portare più rispetto al cliente tanto male che vada c'è sempre l'edicola o, peggio, c'è la Feltrinelli a cui andare a prostrarsi.