Un programmatore nel corpo di un fumettaro.

lunedì 26 ottobre 2009

Lucca Comics specchio del mercato


Avevo un blog e non me ne ricordavo!
Sarà la moda del momento o un momento di "scazzo" che mi spinge a scrivere due righe su questo blog.
Vorrei parlare di Lucca Comics & Games, non della edizione in programma a fine Ottobre 2009, ma della manifestazione in quanto tale. Chiunque abbia la passione dei fumetti conosce la fiera di Lucca, la più grande fiera del settore in Italia, l'anno scorso dicono abbia fatto oltre 100mila visitatori, un successo strepitoso che tutti invidiano e che molti cercano di raggiungere clonandola pari pari nel luogo prescelto, che sia Mantova, Napoli, Roma, Treviso o Tricase ha poca importanza, son tutte uguali tranne che nel numero di avventori che vanno dai 100mila di Lucca ai 100 di Tricase.
Ma come si presenta Lucca Comics agli occhi di un operatore del settore? Nello stesso modo in cui si presenta l'intero mercato editoriale fumettistico italiano: dilettantesco.
Lucca Comics e cloni sono solo dei grandi mercati per appassionati, tutti coloro che non hanno la fumetteria in città "devono" andarci per recuperare arretrati, chi ha la fumetteria sotto casa ci va per lo stesso motivo e per prendere in anteprima e con lo sconto tutto il resto.
Io che i fumetti li vendo devo andare a Lucca? A meno di diletto personale, no.

Professionalmente parlando Lucca Comics è pari a zero. Non esiste una giornata, ma neanche una mattinata, riservata agli operatori del settore. Non esistono conferenze o tavole rotonde tra editori distributori e librai, non esistono presentazioni ufficiali di piani editoriali a lungo raggio (Panini si autoincensa e rivela il minimo indispensabile per far ingolosire  gli appassionati niente a che vedere con ciò che richiediamo noi librai), insomma per un professionista come me non è previsto nulla di interessante, anzi, come anticipato poc'anzi, sono previste una serie di pratiche dilettantistiche che altro non sono che lo specchio di un mercato in mano a pochi operatori privi di risorse, mezzi e sensibilità manageriale.
Se paragonassimo questa kermesse a quella di altri mercati tipo i videogiochi , i computer o i libri, allora noteremmo la differenza, Nintendo presenterebbe il suo nuovo videogioco ma non lo venderebbe mai al suo stand, Mondadori non va al Salone del libro di Torino a svendere l'ultimo best seller. All'E3, allo SMAU, al Salone del Libro di Torino esistono giornate "chiuse al pubblico" e ad ingresso gratuito per gli operatori del settore accreditati.
Recarsi a Lucca con l'intento di migliorare il proprio lavoro attraverso il confronto con gli editori e i distributori è semplicemente utopistico, passi la giornata ad aspettare che il grande capo di turno abbia un minuto per te tra gli innumerevoli appuntamenti fissati con altri editori, distributori, autori, o che non sia occupato allo stand a svendere arretrati o primizie.
Lucca Comics è questo, è la fiera dove l'editore fatto in casa presenta l'intera produzione dell'anno vendendone 200 copie e trova strano che il resto delle fumetterie d'Italia tutte insieme farà altrettanto nei 12 mesi restanti; dove se hai un costume da Dylan Dog!? entri gratis in 10 minuti, mentre se amministri due fumetterie stai in fila 3 ore e paghi il biglietto; il posto incantato dove si comprano quelle cose che in fumetteria non si acquisterebbero mai e , dulcis in fundo, l'unico posto dove puoi dire all'editore, senza rischio di smentite "ma questi la mia fumetteria non li ha", ovviamente senza averli mai cercati.
Insomma Lucca Comics racchiude tutte le storture di questo mercato e ovviamente quella che più ci fa arrabbiare: agli occhi dell'editore e spesso anche del distributore, la fumetteria e il suo cliente uguali sono, vanno trattati alla stessa stregua anzi, meglio portare più rispetto al cliente tanto male che vada c'è sempre l'edicola o, peggio, c'è la Feltrinelli a cui andare a prostrarsi.

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